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Rosso. Il colore delle scarpe sparse nelle vie in questo 25 Novembre.

Rosso come il sangue che ogni giorno scorre e ci ricorda che ancora si è lontani dall’aver raggiunto la consapevolezza che non si è uomini con diritti inalienabili , ma uomini e donne, anzi maschi e femmine, con diritti imprescindibili.

Ancora si sente l’eco del pregiudizio, ancora si sente dire che “quella là se l’è meritata quella fine” (stupro o omicidio che sia).

E chissà quante volte ancora dovremo vedere la mano del bruto che colpisce, ferisce, uccide.

103 donne uccise nel 2021, alle quali vanno aggiunte due vittime recenti…una ogni tre giorni.

E’ una guerra…una guerra che nessuno ha dichiarato, che cela il nemico nell’ombra, che continua a falciliare vite.

Vite di donne.

Accanto a quello stuolo di morti innocenti, di vite spezzate, va aggiunta quella schiera di donne annientate…donne  che vengono maltrattate, vilipese, umiliate, sottomesse e che hanno paura sia di denunciare che di tacere. Il terrore le paralizza e si muovono come fantasmi in un’esistenza in cui qualcun altro ha tracciato i limiti, insormontabili…perché il Cerbero che ne custodisce i confini è  un uomo…marito, compagno, padre… comunque nemico.

Maltrattanti...così vengono definiti gli uomini che commettono ogni forma di violenza nei confronti di chi sta a loro fianco, compagne, mogli e figli.

Se ne parla…sempre di più, ma sembra che le parole non bastino.

Bisogna agire…e farlo subito.

Farlo in famiglia, a scuola, in ogni ambito in cui si possa lasciare un segno incisivo nelle nuove generazioni.

Poiché la scuola è sicuramente il luogo privilegiato per far circolare un’aria di rinnovamento, urge sensibilizzare i giovani affinchè siano portatori sani di un cambiamento radicale.

I ragazzi e le ragazze della Don Milani, guidati da spirito critico (certo ancora allo stadio embrionale) e dalla sensibilità che li contraddistingue, hanno riflettuto lungamente su questa drammatica realtà, realizzando un video da lasciare come traccia del percorso seguito.

I docenti e la dirigente Cinzia Emanuela De Luca hanno riaffermato – con i tanti progetti legati alla parità di genere- l’importanza di aprire le giovani menti, proiettandole verso un futuro in cui tale parità sia, non più sogno o utopia, ma realtà.

Parlarne. Calarsi nei panni dell’altro, essere empatici, questa la chiave: far capire che il dialogo e la conoscenza sono in grado di superare ogni divergenza, ogni diversità.

Chi non sa essere l’altro non è abilitato alla vita.

Ecco perché i nostri ragazzi sono chiamati a rapportarsi con le ragazze  e a domandarsi chi sono e quale ruolo occupino le loro madri, le loro sorelle in una società che ostenta progresso ma semina regresso.

I giovani che siedono di fronte a noi docenti saranno gli adulti di domani, saranno il compagno, il fidanzato, il marito,il padre.

E dovranno essere la mano che guida, che accarezza, che accompagna.

Costruire un futuro in cui regni realmente la parità di genere è possibile.

Ma bisogna partire subito.

Dalle famiglie. Nelle famiglie.

La scuola, poi, continuerà ciò che si è iniziato, cercando di correggere, se possibile, il pensiero deviante.

Mai più rosso sangue nelle strade e nelle case.

Né scarpe rosse che raccontano le orribili macchie lasciate dall’ uomo (maschio) che secoli di storia non hanno saputo o voluto lavare.

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